Oggi il caldo è davvero insopportabile.
E' impossibile resistere alla tentazione che ti rapisce
salendo il sentiero.
E' una cert'ora, e la fame sale insieme al dislivello
irto ed eterno
lontano sopra i sentieri
oltre i duemilacinquecento metri.
Dopo quasi cinque di marcia, mezz'ora di pesca,
il tempo di godere un'esilissima quarantella
vita grama da 'ste parti...
Poi tutto cambia in fretta
anche il look si fà più hard
L'inferno della prima fiondata di biglie lo evitiamo
sotto un masso, dove scatto le ultime due foto di oggi.
Sono passate le sette ed il ritorno alla base è forzato.
La seconda vigliacca ed indocumentabile scarica, ci coglie sulla via der ritorno
mentre attraversiamo un desolato nevaio.
A nulla vale accelerare il passo e pararsi il capo con le mani.
Sono legnate sulle nocche che ti tolgono il fiato.
Non resta che fermarsi e mettere la testa tra le gambe,
offrendo il culo e lo zaino a bersaglio delle noci di ghiaccio.
Il rumore assordante dei tuoni che sembra spaccare la roccia
per fortuna ti impedisce di pensare.
Riesci solo a sperare che tutto finisca in fretta.
L'indomani è facile riesumare il tormento
e a nulla vale l'esorcismo di ritornare al cielo quanto ci ha dato
per scongiurare un epilogo, ancora una volta, avverso.
Chissà se riecheggia ancora quell' urlo blasfemo
mentre srotolo le ultime fatiche sulla serpe di pietra,
e non posso immaginare che il peggio deve ancora venire.
Non è più storia di pesca, ma il richiamo è fortissimo.
Le analogie dell' esistenza, il come cambiano in fretta le cose,
quello che hai dato e quello che hai avuto, la fatica per risalire la china,
la spossatezza della rinuncia che culmina col dolce pensiero che con qualche milione di volt,
fulminei, senza sofferenza e senza dolore, lì, nei "tuoi" posti,
con la tua canna da pesca in mano, non sarebbe poi stata una così brutta fine...
Quasi la tua vita valesse quanto quella di un pesce
Che lunedì del cazzo...
Tirapopper